Benedetto, un esempio per l'Europa smarrita di oggi
Norcia, San Benedetto e il terremoto restano al centro dell'attenzione dell'UE e della costruzione dell'identità dell'Unione Europea. Il 21 marzo si celebra la festa di san Benedetto proclamato nel 1964 patrono principale dell'Europa. Nei giorni scorsi, in occasione di una inziativa della Commissione Europea a Norcia per illustrare le modalità d'impiego dei fondi europei nelle aree del terremoto del 2016, il capo della Rappresentazna in Italia della Commissione Europea Beatrice Covassi ha ricordato che proprio nella città natale di San Benedetto nel 2018, in occasione dell'anno europeo della cultura l'UE realizzerà l'iniziativa animus loci, "perché vogliamo continuare ad essere attori della storia europea all'interno della quale questa città ha un ruolo speciale”.
Intanto, come di consueto, tra il 20 e il 21 marzo a Norcia si celebra il patrono d'Europa con questo programma: mercoledì 21 marzo alle 11 l’Arcivescovo Renato Boccardo presiederà la Messa a Norcia, in Piazza San Benedetto. La sera del 20 marzo, giungerà in Città la fiaccola benedettina “Pro pace et Europa una”, benedetta da Papa Francesco il 7 marzo scorso e portata come segno di speranza per il Vecchio Continente a Berlino, in Germania, per il consueto gemellaggio della terra Santci Benedicti (Norcia, Subiaco e Montecassino) con una capitale europea.
Il significato di San Benedetto per l'Europa era stato sottolineato più volte anche da Papa Benedetto XVI e in particolare con le parole pronunciate durante un'udienza generale del 2008.
"(...) Paolo VI, proclamando nel 24 ottobre 1964 san Benedetto Patrono d’Europa, intese riconoscere l’opera meravigliosa svolta dal Santo mediante la Regola per la formazione della civiltà e della cultura europea. Oggi l’Europa – uscita appena da un secolo profondamente ferito da due guerre mondiali e dopo il crollo delle grandi ideologie rivelatesi come tragiche utopie – è alla ricerca della propria identità. Per creare un’unità nuova e duratura, sono certo importanti gli strumenti politici, economici e giuridici, ma occorre anche suscitare un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente, altrimenti non si può ricostruire l’Europa. Senza questa linfa vitale, l’uomo resta esposto al pericolo di soccombere all’antica tentazione di volersi redimere da sé – utopia che, in modi diversi, nell’Europa del Novecento ha causato, come ha rilevato il Papa Giovanni Paolo II, “un regresso senza precedenti nella tormentata storia dell’umanità” (Insegnamenti, XIII/1, 1990, p. 58). Cercando il vero progresso, ascoltiamo anche oggi la Regola di san Benedetto come una luce per il nostro cammino. Il grande monaco rimane un vero maestro alla cui scuola possiamo imparare l’arte di vivere l’umanesimo vero" (*).
(*) estratto dall'udienza generale del 9 aprile 2008 di Papa Benedetto XVI.